Il Pd Calabria chiude la “trilogia della montagna” e mette nel mirino le elezioni del futuro

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Il bilancio degli “Stati generali delle aree interne” a Mormanno. Ribadita la mobilitazione a tutela dei territori e contro l’autonomia differenziata. Irto: «Da oggi cambiamo passo»

Una visione di futuro della Calabria, puntando sul rilancio delle aree interne, sulla mobilitazione contro l’autonomia differenziata e sulla costruzione di un’alternativa politica al governo di centrodestra alla Regione.
Il Pd della Calabria chiude la “trilogia della montagna” con gli “Stati generali delle aree interne” di Mormanno, dopo i precedenti step a Soveria Mannelli e a Taverna, e mette nel mirino le elezioni che verranno, con l’orizzonte delle prossime Regionali passando però da alcune Amministrative “di peso” e da una rinnovata alleanza con le altre forze progressiste del centrosinistra ma anche con i territori e l’associazionismo. Cala il sipario, sull’evento di Mormanno, suggellato dalla presenza della leader del partito Elly Schlein che ha tracciato la rotta del Pd calabrese, nel segno dell’unità ma anche della necessità di accelerare iniziando a lavorare fin da subito a un progetto che dia il senso di una discontinuità con il passato, anche nel metodo – la scelta di un candidato governatore da non rimandare alla zona Cesarini ma da definire il prima possibile al tavolo degli alleati – oltre che nel merito, che è quello di prova ad archiviare la stagione  del centrodestra puntando sui contenuti. Come la lotta per il riscatto delle aree interne, tema “bandiera” del Pd nazionale e soprattutto calabrese.

Il “Manifesto” per le aree interne

Un tema che apre oggettivamente una prateria ai dem, che amministrano molti Comuni della Calabria e sentono il grido di aiuto che arriva dal profondo della Calabria. Da qui le proposte arrivate dagli “Stati generali” di Mormanno, conclusi con la stesura di un “Manifesto” che è un programma, e che si declina in proposte che vanno dall’introduzione di fiscalità di vantaggio per chi investe nelle aree interne e soprattutto nelle loro ricchezze, a partire dai giovani, in modo da frenare la fuga (non solo dei cervelli) al pressing verso il governo e la Regione, chiamati a essere “più attenti e soprattutto a finalizzare meglio le risorse che ci sono e ci saranno”. Due i tavoli agli “Stati generali” di Mormanno che hanno prodotto le idee contenute poi nel “Manifesto”: il primo tavolo, denominato “Obiettivi e Strategie”, coordinato da Francesco Aiello, e il secondo tavolo, denominato “La governance istituzionale”, coordinato da Giovanni Soda, due tavoli che hanno ricevuto i contributi dell’associazionismo – come i sindacati, Legambiente e il Cai – e dei rappresentanti degli enti locali calabresi insieme ai consiglieri regionali, ai parlamentari, ai dirigenti del Pd calabrese. La “regia” affidata al responsabile regionale Aree interne del Pd Calabria, Pasqualino Mancuso, per il quale «Mormanno ha dimostrato che esiste un margine di vitalità del Pd Calabria inesplorato che è venuto fuori prepotentemente e che interpella un supplemento di impegno e generosità. Elly Schlein ha chiesto proprio questo caricandoci di responsabilità che non potremo eludere e deludere». la dirigente dem Enza Bruno Bossio ha parlato di aree interne come «tema strategico nel quale si inserisce anche quello dell’autonomia differenziata, specificando che con l’innovazione digitale e con le infrastrutture soprattutto immateriali si possono mettere al centro le aree interne». Il capogruppo del Pd Mimmo Bevacqua ha evidenziato che «si è trattato di due giorni belli con un messaggio importante della segretaria Schlein che ci ha chiesto di arrivare alla scelta del candidato governatore per tempo, così come si dovrà fare per la squadra e per il programma di governo, e che ha dato forza al percorso che abbiamo avviato in Calabria, per noi è importante la vicinanza del partito nazionale». Francesca Dorato, responsabile della transizione ecologica della segreteria regionale del Pd, ha rimarcato «l’importanza di un dibattito che parte dai territori, perché questo restituisce un senso di appartenenza che molti hanno perso».

Le conclusioni dei big del Pd

A concludere, i big del Pd, a livello regionale ma anche nazionale. Annalisa Corrado, responsabile Ambiente della segreteria nazionale del Pd, ha auspicato «un dialogo contributo e costante con il territorio, da parte delle istituzioni perché c’è bisogno del contatto con la realtà, specificando che «abbiamo il dovere di costruire con il “Green Deal” un futuro diverso dalle macerie di oggi che hanno già tagliato fuori fasce di popolazione e guardare avanti e al diritto delle future generazioni di vivere in contesti sani. E in Calabria, nelle sue aree interne, ci sono tante potenzialità. Le ragioni del paesaggio, della biodiversità, dell’industria – ha aggiunto Corrado – si devono tenere tutti insieme, la politica deve avere il coraggio di fare questo senza chiudersi solo nella conservazione e con un atteggiamento di chiusura». Nicola Irto, segretario regionale del Pd, ha ribadito il concetto per cui «se non ripartono le arre interne e non si investe nelle aree interne non riparte la Calabria, purtroppo manca completamente una visione del governo nazionale e di quello regionale per l’incapacità della Meloni e di Occhiuto. Da parte del governo nazionale non c’è alcuna attenzione alla Calabria, non vengono nemmeno più a fare le passerelle, mentre invece noi abbiamo riaperto la questione calabrese».  

Sul piano politico, Irto ha poi evidenziato due dati: «Da Mormanno dopo questi due giorni ci sarà un cambio di passo del Pd, che continuerà ad aprirsi sulla strada tracciata e a contaminarsi, coinvolgendo sempre di più chi vuole dare una mano. Il secondo: continuiamo – ha aggiunto Irto – il percorso dell’alternativa alla Regione, perché abbiamo un governatore presente solo sui social ma per il resto è il nulla cosmico, da noi un’idea di alternativa larga in cui il Pd si carica della responsabilità di costruire un’alleanza sui contenuti».  Infine, Marta Bonafoni, coordinatrice della segreteria Schlein: «Se dobbiamo ricucire un paese dove la coesione sociale, la distanza dai centri decisionali, la possibilità stessa di una vita dignitosa si allontanano mano a mano che ci si allontana dai centri e dalle metropoli allora è proprio da qui che bisognava ripartire. E ripartire non solo a parole».

Corriere della Calabria del 12 ottobre 2024

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